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Le Uve

“Nella Basilicata, bisogna sottolineare la regione del Vulture le cui fertili pendici di levante e di mezzogiorno sono oggi coperte di fiorenti vigneti quasi esclusivamente costituiti dall’Aglianico Le migliori esposizioni sono Nelle regioni poco calde, per la loro altitudine, i migliori prodotti sono ottenuti nei terreni argillosi-calcarei, soprattutto se sono ciottolosi, e sui terreni vulcanici” (Carlucci da Ampelographie 1901-1910 ).  Le densità di impianto sono di circa 6.000/7000 ceppi  per ettaro, le rese in annate di buona produzione non superano mai i 50 quintali per ettaro. Nuovi studi sulle varietà viticole (Basi_Vin Sud) coltivati in Basilicata attestano la presenza   dell’Aglianico da epoche remote,circa 2.600 anni or sono.  Non troviamo collegamenti sull’origine greca di questo vitigno, abbiamo invece tracce della sua presenza in epoca antecedente le colonizzazioni elleniche, si può attestare che questo vitigno ha avuto origine proprio in Enotria. Da indagini genetiche è stato possibile ricostruire la connessione tra alcuni vitigni, il Pinot Nero è antecedente l’Aglianico ed è strettamente legato ad esso. L’Aglianico è un suo discendente, il Pinot nero è il capostipite e la nascita dell’Aglianico potrebbe essere avvenuta per mano dell’uomo, in Lucania, a seguito di selezioni clonali. La diffusione del Pinot Nero potrebbe essere partita dalla colonia fondata nel VI sec. a.C. da un popolo greco, i  Focei. Si tratta di Elea, approdo e luogo di partenza verso Marsiglia di una nuova rotta commerciale. I Focei trasferivano diversi beni, vini e tralci di vite e con grande probabilità anche Pinot Nero, il vino fumoso e cangiante nei suoi riflessi cromatici. Altro vitigno presente nell’area del Vulture è la Malvasia Bianca di Basilicata, ancora non abbiamo certezze sulla provenienza, le vie della malvasia sono infinite. Le rotte balcaniche o quelle adriatiche e le colonizzazioni veneziane potrebbero dare risposte attendibili. La malvasia di nostro interesse ha certamente origine greca e precisamente di provenienza dall’isola di Creta.  Probabilmente nella metà del 1400 furono gli Atellani  a trasferirla verso Milano e più precisamente nella vigna di Leonardo da Vinci. Ben acclimatata nella zona del Vulture dove trova le migliori condizioni su terreni asciutti, grappolo lungo , semi spargolo  e acino di medie dimensioni. Il suo corredo aromatico e ampio e complesso, fiori di acacia, albicocca e note minerali ne caratterizzano quella coltivata sulle pendici del Vulture.

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